Un attore (Michael Keaton), celebre per aver prestato il volto a un iconico supereroe, sta allestendo una commedia da portare in scena a Broadway. Nei giorni precedenti alla prima, si ritroverŕ perň a fare i conti con il proprio ego, tentando di recuperare i rapporti con la sua famiglia, la carriera e, in un'ultima analisi, anche se stesso.
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VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO: Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO CÉSAR: Miglior film straniero
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior attore in un film commedia o musicale (Michael Keaton), Miglior sceneggiatura (Alejandro González Ińárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris, Armando Bo)
Ovviamente non si può fare a meno di notare la scelta, certamente voluta, del protagonista di Birdaman: quel Michael Keaton, Batman burtoniano, qui alle prese con il suo alter ego cinematografico Birdman, maschera supereoistica degli anni 90 a cui Riggan Thompson deve la sua fama ma al tempo stesso il suo oblio come attore. E' singolare la scelta di Inarritu, in un periodo dove vengono sfornate pellicole supereroistiche a mazzi, imbastire la storia di un attore che cerca riscatto, prendendo le distanze dalla fonte del suo stesso successo. Il backstage diventa quindi il luogo dove si incontrano e si scontrano le ossessioni del suo protagonista e dei suoi compagni di avventura nell'allestimento di una piece teatrale "seria" tratta da Carver, in una miscela riuscita tra commedia e dramma. Bella la regia di Inarritu, piani sequenza che seguono il povero Riggan nel suo peregrinare dentro e fuori le quinte (memorabile il faticoso rientro in teatro dopo che si era inavvertitamente chiuso fuori). Secondo me il film soffre un eccesso di tematiche che Inarritu mette sul piatto, ma sia la regia che il cast grandioso offrono una resa pienamente all'altezza.